News dettaglio

L’intervista Aisom al Dott. Fabbiani e all’Avv. Caccavo, i temi che interessano le aziende

 

D 1. Dottor Fabbiani e Avv. Caccavo, grazie innanzitutto della cortesia nel rispondere a questa breve intervista, con l’augurio che sia di vero aiuto alle aziende socie. Abbiamo letto sui quotidiani che sono in arrivo 8,5 milioni di atti tributari (avvisi di accertamento, cartelle, ecc.) per i contribuenti, non appena questa prima fase di emergenza sanitaria sarà terminata. Di cosa si tratta?

R.1 Per essere chiari, gli 8,5 milioni di “atti e comunicazioni” a cui fa riferimento la audizione dell’Agenzia delle Entrate del 22 aprile scorso (il cui contenuto è stato riportato dai principali quotidiani economici e non) sono tutta un’altra storia, fatta di atti molto più innocui rispetto ai famigerati 300 mila “accertamenti” annui. Ciò soprattutto poiché, a differenza di questi ultimi, gli 8,5 milioni di atti non aggiungono un euro al dovuto, rispetto a quanto precedentemente già dichiarato dal contribuente, essendo essi in sostanza costituiti da solleciti di pagamento indirizzati verso chi aveva omesso il versamento, o ne aveva effettuato uno tardivo o insufficiente (cosiddetti “avvisi bonari” in gergo chiamati “36-bis”).

D.2 Avv. Caccavo, quindi non c’è da preoccuparsi? Non si tratta di nulla di diverso dell’ordinaria attività di verifica, controllo e liquidazione svolta dall’Agenzia delle Entrate?

R.2. Crediamo che la dichiarazione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, debba essere correttamente contestualizzata.

Venerdì scorso (24 aprile), con la conversione in legge del decreto Cura Italia, il Parlamento ha soppresso il prolungamento di due anni del termine di accertamento per Irpef, Iva, Irap, proroga inizialmente prevista dal decreto legge Cura Italia. In sede di audizione alla Camera del 22 aprile scorso, il capo dell’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che tale differimento dei termini era stato voluto al solo fine di non far gravare sul contribuente, vista la fase emergenziale in corso, il peso di una maxi-ondata di notifiche costituita da 8,5 milioni di atti tributari, tutti da recapitare entro l’anno.

Si è trattato di parole fuorvianti.

Anzitutto per il dato degli 8,5 milioni: da tutti rendiconti dell’Agenzia dell’Entrate risulta che per i periodi passati non è mai esistita un’annualità con un complessivo carico di notifiche prossimo agli 8 milioni e passa. Inoltre, sia pur in modo eclissato fra le righe, la stessa audizione scritta delle Entrate non ha potuto celare che, in realtà, gli atti in scadenza nel 2020 ammontano a 3,7 milioni. Mentre i rimanenti 4,8 milioni non potranno mai creare ingorghi, per il semplice fatto che – lo dice la relazione ufficiale – trattasi di notifiche effettuabili dal 2021 in avanti e dunque fuori dal periodo a rischio Covid-19.

intervista completa   http://www.aisom.it/intervista-fc-studio-legale-e-tributario/