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Avv. Licheri: “Rosso Pomodoro? Marchi di colore” LiveIn Magazine

Posizionarsi sul mercato richiede studi di nuove strategie, per cercare di essere sempre stimolanti ed attrattive.  Un aiuto viene proprio dal riconoscimento della possibilità di identificare i propri prodotti utilizzando un colore.

La possibilità di utilizzare un colore, una combinazione di colori o una tonalità cromatica come marchio è espressamente riconosciuta dal  Codice di Proprietà Industriale, Capo II, Sezione I, Art. 7.

Gli studi di Neuromarketing hanno chiarito che l’uso di un colore consente di attirare più facilmente l’attenzione del consumatore e che si può “guidare” il suo sguardo verso un punto grafico che l’impresa ritenga di fondamentale importanza nel packaging del prodotto, o che si spera  il consumatore ricordi con più enfasi.

Si parla di Psicologia dei colori, poiché il colore è una sensazione recepita dal nostro cervello e provoca in ognuno di noi emozioni e sentimenti singolarmente diversi.

Inconsciamente le informazioni che ci arrivano, vengono decodificate in maniera unica e personale, in base al nostro passato, la nostra esperienza e il contesto socio-culturale in cui siamo cresciuti.

I colori caldi tendono ad essere percepiti come stimolanti e positivi, ma anche decisi; le tonalità pastello e i colori freddi ispirano fiducia e rassicurano l’osservatore.

Il rosso, ad esempio, è spesso il protagonista del settore alimentare, considerato capace di stuzzicare l’appetito, come dimostra la scelta di grandi e noti brand quali Ferrero, Barilla, Coca-Cola e Kinder.

La registrazione del marchio dovrà specificare quindi  il codice identificativo del colore, ma anche la precisa disposizione e la proporzione dei colori prescelti, nel caso in cui siano più di uno.

Senza la precisa e inequivocabile combinazione di accostamento dei colori, ne deriverebbe una troppo estesa tutela del segno come marchio.

Il colore infine non dovrà essere in stretta relazione con il prodotto che identifica:  la Giurisprudenza della Corte Europea, infatti, non ha ammesso la registrabilità del rosso per un’azienda produttrice di salsa di pomodoro, per evidenti motivi concorrenziali.